Questo ristorante, collocato sulle sponde del lago d’Iseo,
ai confini di una splendida zona di produzione di alcune fra le più famose bollicine del mondo,
nasce grazie ad una specialità locale dell’antica tradizione, la tinca al
forno, mangiata una volta giudicata buona e mai più avvicinata. Di suo la tinca,
anche se di buona carne, è ricchissima di lische infide. Se poi ci aggiungiamo
che nella cottura al forno occorrono sui tre etti di burro per ogni pesce (ovviamente
il ricco e saporito guazzetto che ne risulta serve per condire la polenta di
accompagnamento), credo che ai giorni nostri sia un piatto da mangiare solo una o due volte all’anno
bisestile. Fortunatamente i gestori, anche in questo caso la cuoca appartiene
alla famiglia, si sono dati da fare per presentare tantissimi altri piatti di
squisita preparazione, compresi gli ormai famosi Gamberi di fiume. Io che in
cucina ho gusti barocchi, li adoro fritti, con una pastella leggerissima, Cristina
invece, che ama i piatti delicati, sceglie gli essenziali spaghetti ai gamberi
di fiume e olio del lago. Ottimi anche la trota affumicata con pan brioche, il
salmerino agli aromi, il luccio con polenta. I dolci son un profluvio di
calorie, ma sono talmente belli (ti accolgono nella vetrina all’ingresso del
locale) e talmente buoni che non riesci mai a lasciarli lì……
Carpaccio di Storione con patate a vapore
Carpaccio di Salmerino agli aromi con pan brioche
Spaghetti con Gamberi di fiume
Tagliatelle con bottarga di Coregone
Gamberi di fiume fritti con verdure
www.alportoclusane.it
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